Per i lavoratori autonomi e professionisti in partita IVA la dichiarazione dei redditi è un adempimento fondamentale. In questo articolo si analizza in dettaglio la dichiarazione dei redditi per i contribuenti in regime forfettario.
Indice
- Cos’è la dichiarazione dei redditi
- Chi deve inviare la dichiarazione dei redditi
- Caratteristiche per la dichiarazione dei redditi nel regime forfettario
- Dichiarazione dei redditi regime forfettario: quali ricavi considerare
- Calcolo delle imposte
- Calcolo dei contributi
- Scadenze per il pagamento delle tasse
Cos’è la dichiarazione dei redditi
La dichiarazione dei redditi è un documento contabile che i contribuenti presentano all’Agenzia delle Entrate dichiarando i redditi percepiti nell’anno precedente, vale a dire le proprie entrate (utili da lavoro autonomo, canoni di locazione derivanti da ricavi di immobili posseduti etc.).
Nel 2022, quindi, il contribuente dichiara i redditi percepiti nel 2021.
A seguito della dichiarazione dei redditi, si procederà con il versamento delle imposte calcolate sulla base imponibile, cioè una parte del fatturato.
A differenza dei regimi ordinari, per cui sono previsti diversi scaglioni di aliquote IRPEF, per il regime forfettario è prevista un’unica aliquota al 15%, ridotta al 5% per primi cinque anni dall’attribuzione della partita iva.
Quindi, indipendentemente da spese mediche, spese per assicurazioni o formazione, il forfettario versa allo Stato il 15% del proprio imponibile a titolo di IRPEF, l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche.
Chi deve inviare la dichiarazione dei redditi
L’obbligo d’invio della dichiarazione dei redditi riguarda:
- Titolari di partita IVA
- Chi ha percepito redditi all’estero
- Chi ha percepito plusvalenze, redditi da capitale o prodotti finanziari
In questo articolo vengono approfonditi i passaggi connessi alla dichiarazione dei redditi dei contribuenti che aderiscono al regime forfettario.
Caratteristiche per la dichiarazione dei redditi nel regime forfettario
Nella sezione dedicata ai redditi derivati dall’applicazione del regime forfettario vanno inseriti alcuni dati principali:
- Indicazione della tipologia di attività: barrando “nuova attività” viene segnalato l’applicazione del 5% di imposta sostitutiva, in caso contrario verrà applicato il 15%;
- Codice ATECO adottato: è il codice che classifica l’attività secondo la categoria economica di appartenenza;
- Percentuale del coefficiente di redditività: si tratta della percentuale associata al codice Ateco;
- Componenti positivi: Importo incassato nell’anno di riferimento della dichiarazione
- Reddito per attività: è la risultante dell’importo incassato moltiplicato per il coefficiente di redditività
- Importo contributi previdenziali versati: che verranno sottratti al reddito per attività al fine di ottenere il reddito netto
- Reddito netto: è il reddito sul quale verrà calcolata la percentuale di tassazione
Compilate tutte le voci di questa sezione, si ottiene il totale delle tasse da pagare derivanti dal reddito di lavoro autonomo, per l’anno di riferimento.
Dichiarazione dei redditi nel regime forfettario: quali ricavi considerare
L’importo da considerare per la compilazione della casella “reddito per attività” corrisponde al totale degli importi incassati nell’anno di riferimento della dichiarazione, cioè il totale delle fatture effettivamente incassate nel periodo dal primo gennaio al 31 dicembre dell’anno di riferimento.
Calcolo delle imposte
Per comprendere il meccanismo del calcolo delle tasse nel regime forfettario è bene conoscere il coefficiente di redditività. Si tratta di una percentuale fissa, associata alla tipologia di attività economica svolta, che determina la parte dell’incassato su cui applicare le imposte. Il restante sarà considerato come costo correlato all’attività.
Ad esempio, al codice ATECO 73.11.01, che indica le attività legate a campagne pubblicitarie (valido per Copywriter, Social Media Manager etc.) corrisponde un coefficiente di redditività del 78%.
Questo implica che, svolgendo la propria attività, il professionista pagherà le tasse solo sul 78% del proprio incassato.
Il restante 22% sarà considerato come costi.
Compreso il meccanismo del coefficiente di redditività, si passa al calcolo del reddito imponibile. Per calcolare il reddito imponibile si moltiplica l’importo incassato per il coefficiente di redditività e si sottraggono poi i contributi versati nell’anno precedente.
Reddito imponibile = (Importo incassato * coefficiente di redditività) – contributi versati
È sul reddito imponibile che si applica l’aliquota dell’imposta sostitutiva per determinare l’importo delle tasse da pagare.
Nel regime forfettario, tale aliquota è pari al 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di avvio della partita iva.
Esempio: Giulia, social media manager, ha iniziato la sua attività nel 2021. Nell’arco del 2021 ha fatturato ed incassato euro 10.000 a titolo di compensi professionali per la sua attività. Le imposte che dovrà pagare si calcolano come segue:
Incassato: euro 10.000
Codice ATECO: 73.11.01
Coefficiente di redditività: 78%
Spese forfettarie (100%-78%): 22%
Reddito lordo: 10.000€*78% = 7.800€
Tasse da pagare (imposta sostitutiva IRPEF): 7.800€*5% = euro 390
Calcolo dei contributi
Il calcolo dell’ammontare dei contributi da versare dipende dalla Cassa Previdenziale a cui ciascun contribuente è iscritto; quindi i soggetti iscritti al proprio albo o al proprio ordine professionale fanno solitamente riferimento alla relativa Cassa (es: CPA, CNPADC, ENPAM), mentre gli altri fanno capo all’INPS.
Ognuna di queste ha una propria normativa, che stabilisce i modi e i tempi di iscrizione, il sistema con cui presentare le dichiarazioni contributive e le aliquote percentuali da applicare, incluse eventuali riduzioni per specifiche casistiche dei propri iscritti.
Le casse previdenziali che fanno capo direttamente all’INPS fissano il calcolo e il versamento dei contributi contestualmente alla dichiarazione dei redditi.
Per il 2022, i professionisti iscritti alla Gestione Separata si vedono applicare una percentuale contributiva del 26,23%. L’importo dei contributi da versare si calcola moltiplicando il reddito per attività (ovvero importo incassato * coefficiente di redditività) per la percentuale contributiva.
Per artigiani e commercianti, la cassa previdenziale prevede il versamento di contributi fissi annuali, rateizzati con cadenza trimestrale. Sull’incassato che oltrepassa la soglia di euro 15.953 viene applicata un’aliquota contributiva del 24% per gli artigiani e del 24.48% per i commercianti, con piccole variazioni legate all’età del contribuente.
L’ammontare dei contributi INPS è un costo deducibile, non partecipa quindi al calcolo del reddito imponibile, riducendo così l’importo delle tasse dovute.
Quando si pagano le tasse
Dal momento che l’importo delle tasse da versare è determinato attraverso la dichiarazione dei redditi delle persone fisiche, il versamento delle imposte è concomitante alla dichiarazione stessa ed ha cadenza annuale.
Gli importi calcolati vanno versati compilando il modello di pagamento F24, sui quali saranno riportati i relativi codici identificativi dei diversi pagamenti. È possibile rateizzare l’ammontare dei versamenti dovuti in un massimo di 5 rate, da saldare nel periodo tra giugno e settembre.
In dettaglio, senza considerare le date della rateizzazione:
- 30 giugno versamento saldo e primo acconto (dell’anno successivo)
- 30 di novembre secondo acconto (dell’anno successivo)
La scadenza per la presentazione telematica della dichiarazione è il 30 novembre di ogni anno.
L’operazione di stesura e invio può essere svolta da un soggetto abilitato, come il commercialista, o direttamente dal contribuente, tramite il software dell’Agenzia delle Entrate.
Se vuoi maggiori informazioni puoi contattarmi qui, senza alcun impegno.