Indispensabile per ogni attività economica, il Codice ATECO descrive l’area di appartenenza economica dell’attività esercitata, pertanto è associato alla partita IVA e serve a determinare l’ammontare di imposte e contributi previdenziali.
Oltre a essere uno strumento utile a fini fiscali, il codice ATECO ha un ruolo importante in campo statistico.
Ma cos’è il codice ATECO esattamente?
Di seguito viene descritto nella sua struttura e per i suoi impieghi.
Indice:
- Che cos’è il codice ATECO
- Com’è fatto il codice ATECO
- A cosa serve
- Conclusione
Che cos’è il codice ATECO
Si tratta di un sistema di lettere e numeri, usati convenzionalmente per identificare uno specifico settore di attività economica.
Il codice permette quindi di definire il settore di pertinenza dell’impresa economica.
I codici ATECO sono stati introdotti per finalità statistiche dall’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), venendo poi adottati, a fini fiscali e contributivi, da enti della pubblica amministrazione, come l’Agenzia delle Entrate, le Camere di Commercio, i Ministeri etc.
L’attuale classificazione è entrata in vigore in Italia nel gennaio 2008, sostituendo la precedente del 2002. Questa classificazione aderisce maggiormente alla catalogazione impiegata dalla Comunità europea, la NACE, creata dall’Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione Europea. Fino alle prime quattro cifre, infatti, la classificazione è equiparata a livello europeo, mentre i livelli inferiori sono scelti dai singoli Stati.
L’elenco dei codici è aggiornato periodicamente, con l’intento di catalogare le nuove tipologie di attività economiche.
Scopriamo nel concreto com’è costituito il codice ATECO.
Com’è fatto il Codice ATECO
Il codice ATECO, costituito da una lettera e sei cifre, diventa via via più specifico al susseguirsi delle cifre.
La prima parte, costituita dalla lettera, indica una delle 21 categorie economiche contemplate (ad es. la lettera C indica le attività manifatturiere, mentre la lettera A indica le attività di agricoltura, silvicoltura e pesca etc.).
La seconda parte, composta dalle sei cifre, descrive nel dettaglio il settore a cui l’attività economica afferisce. Di seguito il significato di ogni cifra:
- prima e seconda cifra: indicano la divisione, una tra le 88 possibili (ad. es. C 14. confezione di articoli di abbigliamento);
- terza cifra: identifica il gruppo tra i 272 gruppi di riferimento (ad es. C 19.1 confezione di articoli di abbigliamento esclusi gli articoli in pelliccia);
- quarta cifra: determina la classe di appartenenza tra le 615 possibili (ad es. C 19.19 confezione di articoli ed accessori diversi da abbigliamento in pelle, indumenti da lavoro etc.);
- quinta cifra: rappresenta una delle 918 categorie in cui sono suddivise le attività economiche (ad es. C 19.19.2 abbigliamento sportivo e indumenti particolari);
- sesta cifra: specifica la sottocategoria, fra le 1224 sottocategorie previste (ad es. C 19.19.29 produzione di tute per neonati, tute sportive etc.).
A cosa serve
Per l’apertura della partita IVA è necessario il codice ATECO. Infatti, il soggetto titolare di partita IVA dovrà dare comunicazione all’Agenzia delle Entrate della specifica tipologia di attività in avvio, proprio attraverso il codice ATECO, che servirà quindi come strumento di controllo fiscale.
Alcuni codici ATECO sono legati alla presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) in Comune, documento previsto per alcune attività economiche, come attività commerciali, artigianali, turistiche etc.
Passando all’ambito della sicurezza del lavoro, ogni attività economica appartiene a una categoria di rischio (basso, medio o alto). L’INAIL ha assegnato per ogni codice ATECO una fascia di rischio, in tal modo ogni attività conosce le misure obbligatorie a cui attenersi in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
Il codice ATECO è inoltre associato a soglie di contribuzione specifiche per le partite IVA in regime forfettario. Questo regime, infatti, stabilisce il reddito su cui applicare l’imposta, detto reddito imponibile, attraverso dei coefficienti di redditività, ovvero percentuali da applicare ai ricavi e compensi, che dipendono dal codice ATECO dell’attività.
Conclusione
Per scegliere il codice ATECO si può fare riferimento al motore di ricerca messo a disposizione dall’ISTAT. Generalmente si affidano al proprio commercialista la scelta del codice ATECO più adeguato per la propria attività e l’adempimento tutte le pratiche connesse all’apertura della partita IVA.
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